RELAZIONI TRA ITALIA E AFGHANISTAN
I rapporti diplomatici tra Italia e Afghanistan iniziarono ufficialmente il 3 giugno 1921 con la firma dell’«Accordo per lo scambio di Missioni diplomatiche permanenti».
Dopo la terza guerra anglo-afgana e la fine del protettorato britannico (1919), l’Italia fu il primo Paese occidentale a riconoscere l’indipendenza dell’Afghanistan. Nel 1928, il Re afgano Amanullah Khan, deposto da una rivolta popolare mentre era in viaggio in Europa, si stabilì in esilio con la sua famiglia a Roma.
Con l’instaurazione della Repubblica in Afghanistan nel 1973, anche l’ultimo re afgano, Zahir Shah, si stabilì a Roma in esilio. La sua permanenza in Italia si concluse nel 2002, quando l’anziano Re fu invitato dalla Loya Jirga (grande assemblea di tutte le componenti della società afgana) a tornare nuovamente nella nascente Repubblica Islamica dell’Afghanistan, con la carica personale di Padre della Nazione, estintasi alla sua morte (luglio 2007).
L’Ambasciata italiana a Kabul è stata chiusa dal 1979, a seguito dell’intervento armato sovietico in Afghanistan. La Sede ha riaperto nel 1989 e ha chiuso nuovamente nel 1993, a causa della guerra civile afgana. La Residenza italiana fu danneggiata da dei razzi nel 1994.
Nel 2001, con l’intervento militare della NATO e la caduta del primo Governo de facto talebano, l’Ambasciata d’Italia ha riaperto nella sua storica sede.
Dal 2001 al 2021, l’Italia ha profuso sforzi per la stabilità e la ricostruzione dell’Afghanistan, partecipando alle missioni NATO e finanziando interventi umanitari e di sviluppo.
SVILUPPI RECENTI
Con la conquista di Kabul da parte dei talebani nell’agosto 2021, si è insediato un Governo de facto composto esclusivamente da esponenti del movimento talebano. Tutti i Paesi occidentali, inclusa l’Italia, hanno chiuso le rispettive Ambasciate in Afghanistan. Il Governo italiano non riconosce le autorità de facto afgane.
In base a un Decreto del Presidente della Repubblica italiana, dal settembre 2021 l’Ambasciata d’Italia per l’Afghanistan opera temporaneamente da Doha, in Qatar. Le attività di cooperazione si svolgono attraverso l’Ufficio AICS di Islamabad.
L’Italia partecipa al cosiddetto “Processo di Doha”, un formato di dialogo multilaterale tra la comunità internazionale e le autorità de facto sotto egida ONU, mirante a promuovere l’attuazione delle raccomandazioni contenute nell’Independent Assessment presentato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite al Consiglio di Sicurezza nel novembre 2023 (cosiddetto “Rapporto Sinirlioglu”). Il percorso onusiano di engagement nel quale l’Italia si muove è finalizzato alla reintegrazione dell’Afghanistan quale Paese “in pace con se stesso e con i Paesi vicini, reintegrato a pieno titolo nella comunità internazionale”.
Il Governo italiano rimane uno dei principali Paesi donatori, finanziando attività umanitarie e di risposta ai bisogni essenziali e di emergenza della popolazione afgana.